Sezione ragazi
3^ premio “Musa, la tua lontananza mi strugge” di Francesca Maria Malagodi Becci (Savona)
Motivazione: L’Autore si cimenta nel sonetto con una realizzazione di apprezzabile efficacia. L’intensità del sentimento trova adeguata corrispondenza nella tesa musicalità dell’espressione.
Musa, la tua lontananza mi strugge
Musa mi manchi, sei così distante,
Non riesco a comporre senza mirarti,
La voce è sprecata nel non parlarti,
Senza di te, il silenzio è assordante.
È atroce l’attesa del tuo ritorno,
Come una ferita che non guarisce,
Sanguina, brucia, s’infetta e arrossisce
Dolorosa e presente, ogni giorno.
Ti cerco cogl’occhi ovunque io vada
Sperando in un incontro accidentale,
Ma sol scopro una desolata strada.
Soffocante è la tua mancanza attuale,
Torna, prima ch’il vuoto mi pervada
E la speranza, diventi surreale
2^ premio “Gallipoli” di Francesco Marra (Galatina – LE)
Motivazione: Una collana di belle immagini e un’intensa evocazione di suoni e odori interpretano il senso più vero della città dove l’uomo con le sue storie e la sua anima profonda si fa tutt’uno con la natura e le cose. Una città che mentre pone le domande al tempo stesso suggerisce appaganti risposte.
Gallipoli
Distesa sull’onda marina
mi accogli con la tua brezza marina
e mi immergi in suoni ed odori
che ricordano cangianti bagliori.
Come pavone superbo e altero
dipingi di blu il cielo sereno
e inizi una danza di corteggiamento
che mi avvolge fino allo sfinimento.
Oh! Città bella, tutta esultante
nei tuoi tramonti rossi, ardente e raggiante
perenne approdo di chi, grazie a te
ritrova le risposte ai suoi tanti perché.
Case affacciate su stradine ombrose
mi incantano con risonanti voci briose
e le mani pazienti di pescatori sul molo
raccontano una storia antica tra il mare e l’uomo.
Una storia d’amore, rispetto e fatica
che riempie il cuore e da senso alla vita.
1^ premio “Notturna” di Gonfiantini Sofia (Empoli, FI)
Motivazione: Una non comune padronanza dei mezzi espressivi veicola una singolare poesia del ricordo. Una misteriosa visione notturna fra un passato sepolto, ma ancora vibrante nella memoria e un brivido nella certezza di parole d’amore che hanno in sé una speranza di rimanere.
Notturna
Tacciono i suoni umani.
Soltanto gli alberi respirano
taciti, svuotati dai loro perché mortali.
La notte scruta le spoglie urbane
che abitavamo nel tempo sepolto,
quando l’alba rifulgeva nei nostri volti bambini
e tu correvi tra le braccia materne.
Rimane adesso solo l’attenderti,
attendere i fulgidi sguardi con cui
scruti le stelle- forse pensandomi!
Io consumo il tempo interrogando
il silenzio. I miei respiri muovono
come brezza le foglie degli alberi,
forse il mio sospiro resterà
nel vento immortale a lasciare
al cielo parole d’amore.
Caygoria Adulti
3^ premio “Bufera sul mare” di Alessandro Agostini (Serravalle Pistoiese – PT)
Motivazione: La poesia si fregia di un susseguirsi di immagini e termini con effetti fonosimbolici, che ricreano, come in un quadro sonoro, cielo, mare ed esseri animati sorpresi da uno “sconvolto cosmo”.
Bufera sul mare
Con schianti e pacche
secche come schiaffi
nella fonda gola fra gli scogli
il mare burrascoso impatta.
Nubi di salmastro
e polvere di schizzi
velano l’aria e il cielo scuro
a macchie
come un telo sporco di catrame.
Fra tonfi risucchi d’acqua
e gorghi
il piatto discrimine
dell’orizzonte è vuoto
con solo poche rigonfie nubi
che nel colore sembrano di bronzo.
Il buio cielo è teso
e solo lascia qua e là filtrare,
come da un tendone rotto,
taglienti sprazzi di chiarore,
lucide lame che paiono cadere
da un altro più luminoso mondo.
Rari e sbiancati uccelli,
come cartacce nel cielo sparse
rapite da vortici e correnti,
sono a forza quasi sbatacchiati
incontro al vento che mulina.
Tenendosi stretto nella rigida cerata,
chi sta, osserva…
come egli fosse l’occhio del ciclone,
lo stabile e cosciente pernio
di uno sconvolto cosmo
di sibili e sciacquii sinistri,
in quell’imprecare di spiriti furenti.
In quell’urlare di flutti e scogli.
Fra quei lamenti prolungati
di vento e mare fra aguzze rocce.
2^ premio “L’Azzurro dei Tuoi occhi” di Maria Colombo (Bovisio Masciago – MB)
Motivazione: La poesia è improntata alla scissione tra il ricordo di un tenero amore giovanile, vissuto nella luce del sole e in una natura amica, e il presente che offre solo un errante dialogo interiore e l’infrangersi di onde nel mistero della vita.
L’Azzurro dei Tuoi occhi
Calò l’occhio nero della notte
tenebrosa ed insondabile,
si trascinava via l’azzurro dei tuoi occhi
spalancati sul tempo.
Nella nostra memoria i giorni felici,
gonfi di luce,
ci portavano gli spruzzi verdi dei campi,
l’odore di timo ed erbe aromatiche
seminati dai nonni
e noi fuggivamo come un lampo
sotto un cielo infuocato, cotti dal sole,
presso la fontanella dove si lavavano
i panni.
Seducente ed amica la giornata era piena
di grida, di giochi, di battibecchi innocenti,
di segreta complicità,
ma nulla sfuggiva alla tua comprensione.
Ora ripenso alla leggerezza di allora,
al fragore della corsa
e mi perdo in onde poderose che si infrangono
sulle coste del nostro peregrinare.
Avverto nel cuore un oceano misterioso
e vasto che ci ha nutriti
e che gelosamente mi fa compagnia
e mi parla di te.
1^ premio “Quest’urlo che uccide la notte” di Lucia Lo Bianco (Palermo)
Motivazione: La poesia descrive il tragico quadro di migranti sorpresi da un naufragio nella notte e si distingue per immagini originali evocanti suoni e colori di una natura ”furiosa” insieme allo strazio di chi lotta invano per salvare i propri sogni. Pregevole il ritmo sostenuto dei versi densi di musicalità.
Quest’urlo che uccide la notte
(Dedicato ai morti di Crotone del 26 febbraio 2023
e a tutti i morti del mare)
Non è forse abbastanza per te
quest’ urlo che buca la notte,
queste mani vestite di acqua
che si scavano varchi nel sale?
Non è forse accecante il bagliore
e lo scontro di tinte rossastre
e le voci di toni infantili nel buio
mentre affonda la luce sul fondo?
È una spiaggia di vetri e cristalli
che si infrangono lungo la riva
quest’ andare furioso di barche
che vaganti si spezzano invano,
quasi soffio di svuotate parole
che si sciolgono nella corrente
sotto un cielo attonito e muto
che socchiude palpebre e ciglia.
È violenza nascosta e accecante
questa furia acuta del mare
che trascina le vesti e la pelle
tra le rocce assassine del male.
È un racconto ridotto a brandelli
che incatena sogni sconfitti
quest’ urlo che uccide la notte
sotto un lacero manto silente
di sipari strappati di stelle.